Facebook blocca l’articolo di Crikey sulle pubblicità deepfake di app nude

Facebook ha bloccato un post che condivideva un Caspita articolo sulle pubblicità per app di nudo deepfake, nonostante continui a consentire la visualizzazione di tali pubblicità sul suo sito.

Ieri, Caspita ha riferito che Meta, che possiede Facebook, Instagram, Threads e WhatsApp, stava consentendo agli australiani di essere presi di mira con decine di pubblicità a pagamento che promuovono app e siti web che generano immagini intime esplicite utilizzando la tecnologia dell’intelligenza artificiale, spesso senza il consenso delle persone raffigurate nelle immagini.

Questo contenuto pubblicitario e le app stesse sono contrari alle regole di Meta. Nonostante ciò, gli annunci continuano a essere pubblicati sulle piattaforme social dell’azienda, il che suggerisce che la società da 1,3 trilioni di dollari non è in grado o non è disposta a far rispettare le proprie regole, anche dopo essere stata ripetutamente informata del problema.

Sebbene Meta abbia avuto un successo limitato nel bloccare queste pubblicità, la società è riuscita a eliminare con successo un post che le condivideva. Caspita articolo tratto dalla pagina Facebook di questo giornalista.

Un link all’articolo di ieri con la didascalia “Facebook e Instagram continuano a pubblicare annunci che promuovono esplicitamente app per la creazione di immagini ‘deepfake’ di nudo/sessualità di persone, in alcuni casi rivolte a 18enni, anche dopo precedenti segnalazioni sugli annunci E anche dopo che questa volta l’ho fatto notare” è stato immediatamente eliminato dopo essere stato segnalato come spam, secondo una notifica di Facebook.

Una pagina Facebook che spiega la decisione ha affermato che “non permettiamo alle persone di condividere o inviare nulla che contenga link o contenuti fuorvianti”. La pagina ha offerto un’opzione per presentare ricorso contro la decisione, ma al momento in cui scriviamo non è stato ancora emesso alcun verdetto.

Lo stesso post è stato condiviso senza problemi su Meta’s Threads e su altre piattaforme di social media come X, LinkedIn, BlueSky e Mastodon.

La decisione di bloccare il post è stata quasi certamente un errore commesso dagli strumenti di moderazione automatizzati di Meta, e non il risultato di alcuna interazione umana. Tuttavia, mostra i problemi con l’approccio dell’azienda nel mantenere le sue piattaforme sicure per gli utenti.

Qualunque cosa accada dietro le quinte, il risultato finale è che Meta accetta denaro per promuovere una tecnologia utilizzata principalmente per abusare delle donne, bloccando al contempo il giornalismo di interesse pubblico che si occupa di questo problema.

Meta non ha rilasciato dichiarazioni in merito.

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